“Il pittore del popolo di Siena”

Il 27 luglio 1942 nasce a Siena l’artista Franco Benocci.

Stravagante, eclettico ed enigmatico pittore, riceve l’iniziazione artistica negli anni 60, durante i suoi soggiorni a Parigi sotto la guida del maestro Max Ernst.

Le sue Mimì misteriose, bambole fiorite caratterizzate da una dolcezza quasi struggente e metafisica, rappresentano l’inconfondibile marchio identificativo dell’artista senese.

I quadri di Benocci sono pittura dal sapore internazionale, ben filtrata e distillata attraverso la stratigrafia secolare dei suoi luoghi di origine, la Toscana, la campagna senese, Piazza del Campo.

Nature morte, paesaggi mistici, barche a vela, gatti, colombe in legno dipinto, si alternano ancora ai curiosi volti di ceramica colorata, i Pierrot, gli arlecchini suonatori riportati su tela e tavole di faesite.

Franco Benocci, artista e regista al tempo stesso, attento osservatore e indagatore del mondo, della natura umana e delle sue sfaccettature, che annota e traduce a colpi di pennello nelle sue tele surreali. 

Sperimentatore di tecniche pittoriche, maestro del frottage, esperto navigatore di quel mondo etereo, sospeso, dove la poesia si concretizza in colori e luci, in emozioni e sbalordimento, Benocci produce una mole notevole di Opere, largamente apprezzate da pubblico e critica.

Mentre Benocci si muove tra mostre a Parigi, Bruxelles, New York, Milano, Roma e riceve premi internazionali, sue biografie vengono scritte da Max Ernst, Michel Leiris, M.me Deprechain.

Nel frattempo, le sue opere finiscono nelle collezioni pubbliche e private di importanti collezionisti: Aldo Moro, Amintore Fanfani, Mrs. Margareth Chase Smith, Lee Jacocca, sono soltanto alcuni dei nomi che possiedono un’opera del pittore senese.

Benocci è ormai un artista maturo e affermato, ma le strane vicissitudini della vita lo portano a terminare prematuramente la sua avventura terrena, in una notte di inizio agosto dell’anno 2006, all’interno della casa circondariale di Massa Marittima.

L’ultimo teatrale finissage. Un gesto estremo quanto anomalo.

Il pittore, infatti, si trova in una struttura per semiliberi che in definitiva lo ospita soltanto per dormire. Durante la giornata, Benocci si reca presso il suo atelier nel centro di Massa Marittima, dove passa il tempo a dipingere le sue tele. Nell’aprile 2006 viene organizzata una mostra di beneficenza dove vengono vendute le sue opere, a favore della Caritas locale.

Nel suo tempo di permanenza a Massa Marittima Benocci ha dipinto anche il crocifisso della chiesa di Sant’Agostino. L’artista senese si è ben inserito nella comunità ed è apprezzato da tutti.

Inoltre, entro pochi giorni, Benocci dovrà uscire definitivamente dalla casa circondariale da uomo libero, grazie ad un provvedimento di indulto.

Il suo gesto improvviso, accompagnato da una disperata lettera manoscritta, ha quindi generato stupore e incredulità.

Adesso le sue Mimì, con tube nere e cappelli di paglia variopinti, tra frutta e fiori colorati, continuano a guardare da quei grandi occhi neri, occhi seri ma canzonatori, interroganti ma riservati.

Sembra di immaginarselo Benocci, capelli biondi fluenti e un eccentrico papillon giallo come solo agli artisti è permesso di indossare, mentre continua a dialogare con le sue creature fantastiche, in uno scambio reciproco di pensieri e sensazioni.

Franco Benocci, artista e avventuriero, viene descritto da Max Ernst come “un ragazzo del popolo, un mago e un pittore dallo sguardo abbagliato…”

Ma c’è di più, perché come dice il suo amico e compaesano Piero Vivarelli, “Franco è un ragazzo del popolo toscano e, per di più del popolo di Siena. Ecco quindi divenir logica quella componente stregonesca che par insita nei suoi dipinti”.

Riuscire ad indagare gli impercettibili stati animici dell’uomo e della natura attraverso l’Arte, fissarli sulla tela rendendoli disponibili, animati e tangibili sotto forma di emozioni, non è scontato e di certo eleva l’artista ad una sorta di alchimista investigatore.

Franco Benocci, pittore e figlio di Siena.

Fonti

Foto di copertina: Catalogo di opere d’arte Franco Benocci

Articolo di Paolo Mugnai