“Intervista ad Ivan Cenzi, ricercatore ed investigatore dell’insolito”

Ivan Cenzi, lei rappresenta sicuramente la figura di un investigatore del tutto particolare. Di cosa si occupa e quando è cominciato tutto?

Mi definisco un esploratore del perturbante. Il mio ambito di ricerca sono quei territori che si trovano ai margini meno frequentati della cultura, storie e vicende che ci appaiono strane, eccentriche, estreme o tabù: in una parola, tutto ciò che può suscitare stupore.

Le mie passioni sono le scienze anomale, l’antropologia della morte, l’arte macabra, le sessualità alternative, la storia delle deformità, e in generale tutte quelle realtà che sembrano allontanarsi dalla cosiddetta “Norma”. In questi argomenti, che a prima vista possono sembrare morbosi, io riconosco una peculiare bellezza e soprattutto una profondità di senso eccezionale. Sono convinto che dare valore alla diversità sia un modo per mantenere il nostro sguardo allenato a riconoscere la meraviglia.

È tutto iniziato quando dieci anni fa ho aperto il mio blog, Bizzarro Bazar, che con il tempo è cresciuto e si è guadagnato la stima di una nutrita schiera di lettori. Il mio lavoro ha anche catturato l’attenzione della casa editrice Logos, con cui ho pubblicato vari libri, e oggi collaboro regolarmente con musei e università; ma il tipo di divulgazione che faccio mi permette anche di spaziare nel campo dell’arte, dello spettacolo, e in molti altri contesti distanti da quello accademico.

Ivan Cenzi Bizzarro Bazar

Ivan Cenzi e il suo Bizzarro Bazar

Ogni livello e ogni tipo di investigazione sono soprattutto innata curiosità. Noi siamo dell’idea che oltre alla curiosità, per investigare bene sia necessaria anche una certa dose di morbosità. Probabilmente più si è morbosi e più siamo dei bravi investigatori. Cosa ne pensa, anche lei ha questo “morbo”?

Non potrei farne a meno. Ho spesso sostenuto che la curiosità morbosa non esista davvero. A mio avviso la curiosità non può mai essere malata (da “mal atta”, poco adatta); semmai è l’esatto opposto, un adattamento evolutivo, un vantaggio. Coltivare un interesse “morboso” non significa altro che voler fissare lo sguardo su ciò che “non sta bene guardare”, quello che di norma si reputa sconveniente o abominevole.

Ma il disgusto è una reazione eminentemente culturale: se dovessimo pensare alla nostra cultura come a una regione su una mappa, i tabù e tutte le cose che ci spaventano ne costituirebbero i confini, oltre i quali non ci è concesso spingerci. Ed è proprio analizzando quei limiti che si delinea più chiaramente il profilo della nostra visione del mondo.

Per questo trovo che una certa misura di morbosità sia “salutare” (mi si passi l’ossimoro), una parte imprescindibile di qualsiasi onesta ricerca intellettuale.

Ivan Cenzi Museo

Quali sono le cose più strane e bizzarre che si è trovato di fronte nelle sue indagini e soprattutto, è lei che cerca le stranezze oppure sono loro a cercarla?

Dieci anni di attività mi hanno consentito il privilegio di molte esperienze particolari. Ho avuto a che fare con centinaia di mummie, maneggiato corpi preservati nei modi più impensabili, assistito ad autopsie, scandagliato cripte di ogni tipo. Ho spulciato innumerevoli archivi alla ricerca di resoconti storici improbabili (e questo aspetto talvolta si rivela più stupefacente delle ricerche sul campo). Ho avuto accesso ad alcune tra le collezioni di curiosità più incredibili del mondo, e conosciuto una miriade di persone deliziosamente eccentriche e folli: la mia rubrica telefonica è affollata di cercatori di reliquie, ipnotisti, cartografi del sogno, illusionisti, costruttori di macchine esoteriche, esperti di sessualità estreme, artisti e fotografi dell’osceno, studiosi della morte… D’altronde va detto che gli specialisti del bizzarro non sono poi così numerosi, e a livello globale ci conosciamo un po’ tutti.

Ma la cosa che ancora oggi mi colpisce è quanto democratica sia la meraviglia. Ognuno di noi, nell’intimo, non fa che cercarla. Dunque la quasi totalità delle persone che incontro durante le mie esplorazioni non sono affatto dei pazzi o dei disadattati: sono solo individui entusiasti, che hanno compreso che non ha senso (visto l’universo paradossale in cui viviamo) porre limiti alla curiosità.

Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, è naturale che più ci si dedica all’assurdo più lo si attira. Ormai attorno a me c’è una fitta rete di connessioni intessuta nel tempo, con cura e dedizione, quindi oggi non ho più bisogno di mettermi a cercare il bizzarro: si può dire che sia diventato la mia quotidianità.

Il suo blog Bizzarro Bazar rappresenta un punto di riferimento per gli appassionati del settore ed ha indubbiamente un contenuto culturale importante che merita di essere condiviso e divulgato. Potremmo definirlo una sorta di “Wunderkammer digitale” composta principalmente da Mirabilia?

Sì, il mio sito è una specie di “camera delle meraviglie”, un’enciclopedia dello stupore che conta ormai quasi 900 articoli. Così come nei miei armadietti colleziono (fisicamente) oggetti curiosi provenienti da ogni epoca e latitudine, così nel blog faccio collezione di storie incredibili ma vere. È uno spazio dedicato alla scrupolosa e attenta divulgazione di argomenti bizzarri, all’intersezione tra scienza, arte e sacro. Ci si può trovare davvero di tutto, grazie al comune denominatore della meraviglia. Ma chi si lascia ingannare dall’estetica e dal gusto un po’ dark rimarrà deluso nello scoprire che non tratto né il paranormale, né serial killer e affini!

Ivan, lei ha pubblicato anche degli interessanti volumi, con bellissimi contributi fotografici dedicati al mondo del bizzarro. Ce ne parli.

Finora sono stati editi cinque volumi della Collana Bizzarro Bazar. I primi tre sono dedicati a quei luoghi sacri in cui è ancora possibile un contatto diretto con le spoglie dei defunti: le Catacombe di Palermo, il Cimitero delle Fontanelle a Napoli, e un libro sugli ossari decorativi (quelli in cui le ossa sono usate per “arredare” gli spazi deputati a contenerle). Gli altri due testi riguardano due musei anatomici molto particolari (il Museo Morgagni di Padova, e i corpi pietrificati nella Collezione Gorini di Lodi). Spero di ultimare presto questa “trilogia anatomica” con un sesto volume.

C’è poi la Collana Mirabilia, che conta a oggi due libri, uno su Parigi (Paris Mirabilia) e uno su Londra (London Mirabilia). Si tratta di guide ai luoghi più insoliti e meravigliosi di queste grandi città.

Tutti questi volumi, pubblicati da Logos Edizioni, non potrebbero esistere senza gli spettacolari scatti di Carlo Vannini, uno dei maggiori fotografi d’arte italiani.

Libri Ivan Cenzi

Le pubblicazioni di Ivan Cenzi

Quali sono i suoi prossimi progetti? Su cosa sta indagando?

Non amo parlare di progetti finché non si sono concretizzati, ma ci sono tantissime novità all’orizzonte. Come recita una frase di Ralph W. Sockman, “più grande è l’isola della conoscenza, più è lunga la linea costiera della meraviglia”. In altre parole, non si smette mai di scoprire nuove stranezze, perché ogni indagine apre zone inesplorate e inedite vertigini di senso. Si studia non per trovare risposte, ma nuove domande.

La ringraziamo per questa preziosa testimonianza e ci auguriamo di poterla nuovamente ospitare su queste pagine.

Intervista di Paolo Mugnai