Breve viaggio nella storia dell’investigazione
Spesso chi mi chiede che lavoro faccio, rimane perplesso ed affascinato allo stesso tempo e, la prima domanda che mi pone è quasi sempre relativa ai miei inizi, ossia come ho cominciato a fare l’investigatore privato.
Ogni giorno ho in mente l’insegnamento del mio Professore universitario, il Giudice Ferdinando Imposimato, che spesso ripeteva a noi studenti questa massima:
gli errori sono sempre infecondi e, se l’errore di un prete può distruggere l’anima di un individuo e l’errore di un medico può distruggerne il fisico, l’errore di un giudice può nello stesso tempo distruggerli entrambi”.
Certamente i principali motivi scatenanti che mi hanno portato a fare il lavoro di investigatore, sono gli ideali di Verità, Giustizia e la consapevolezza di poter dare il mio modesto contributo affinché gli errori giudiziari siano meno probabili.
Ma cosa è l’investigazione e quando nasce?
Sin dalla prima aurora del mondo, l’uomo come essere senziente ha cominciato ad esplorare lo spazio circostante per cercare di capirne le fattezze e le componenti, ponendosi le prime e spontanee domande: cosa sono? Chi sono? Da dove vengo? Perché sono qui?
Ebbe cosi inizio la prima indagine dell’era umana. Da quel momento in poi, tutti gli esseri umani iniziarono il loro viaggio nell’indagine, la stessa fu descritta da filosofi, scrittori, poeti. Uno dei primi fu Aristotele, che con il “De Anima” pose l’accento sull’Indagine dell’Anima, nel cercare di scoprirne l’esistenza e la sua forma metafisica. Insieme a lui Socrate, il quale giunse alla base di quello che poi sarà con Hobbes, la consapevolezza stimolante del dubbio con il suo “So di non sapere”.
Nel corso dei secoli, l’indagine vista nelle sue molteplici sfaccettature è al centro del pensiero e della coscienza, ma solo negli ultimi secoli si è cercato di dare un’essenza di definizione a tutti quei concetti spontanei che sono scaturiti dal pensare. Nelle varie definizioni in merito, le due classificazioni o metodi investigativi capostipiti di due diverse correnti di pensiero, sono quello induttivo e deduttivo:
METODO INDUTTIVO: metodo che muove dallo studio delle esperienze sensibili per arrivare ad una definizione generale ed universale. Dal latino inducere, cioè condurre, trarre per mezzo del particolare.
METODO DEDUTTIVO: metodo che muove da assiomi e postulati per ricavare dimostrazioni e spiegare i fenomeni. Dal latino deducere, cioè trarre da, per ragionamento.
Un semplice esempio per capire il sillogismo del metodo induttivo è il seguente: ho visto un corvo ed era nero, ho visto un secondo corvo ed era nero, ho visto un terzo corvo ed era nero, quindi i corvi sono probabilmente neri; dove il probabilmente, non è un semplice avverbio ma il frutto dell’evoluzione del metodo induttivo moderno che ebbe origine da Bacone, per passare da Galileo e Newton.
Un esempio di sillogismo deduttivo invece può essere cosi riassunto: tutti gli uomini sono animali, tutti gli animali sono mortali, dunque tutti gli uomini sono mortali.
Il metodo deduttivo viene tutt’oggi perfettamente rappresentato nei romanzi di Doyle, ove il protagonista, seguendo il metodo deduttivo e osservando la realtà, colpisce la fantasia e l’immaginazione,nonché stimola le sinapsi dei milioni di lettori in tutto il mondo e, appare assurdo, ma non lo è, che quello che meglio rappresenta il metodo deduttivo nell’investigazione non sia né un filosofo né uno scienziato, ma bensì il personaggio di un romanzo: Sherlock Holmes.
Appare assurdo ma non lo è, proprio perché l’indagare, l’investigare, sono insiti da sempre nell’animo umano, ancor prima della musica, del linguaggio, della Fede.
Queste mie brevi righe non vogliono essere un estratto della “Storia dell’Investigazione” ove già molti più illustri personaggi si sono cimentati. Quasi superfluo sottolineare l’importanza del lavoro di grandi Criminologi tra cui il padre Cesare Lombroso, che seppure con i suoi trattati sulla Fisiognomica, concetto ormai superato e confutato più volte, ha comunque posto le basi della Criminologia moderna, classificando per la prima volta aspetti comportamentali e metodi per la schedulazione dei pregiudicati.
L’accento di questo articolo viene posto sull’essenza pura dell’investigazione, aldilà di metodologie e preconcetti, aldilà di discipline in cui essa può essere attuata e che in realtà sono tutte quelle conosciute, dalla criminalistica alla giurisprudenza, dalla matematica alla medicina, dalla biologia all’architettura, dalla fisica quantistica all’astronomia: l’investigazione fa parte di tutto ciò e di tutti noi, che, da quando abbiamo iniziato a cogitare, citando Cartesio come colui che più degli altri elevò a modello matematico per eccellenza il metodo deduttivo, ci siamo posti delle domande ed abbiamo cercato delle risposte.
Volenti o nolenti tutti noi facciamo parte dell’investigazione e ne siamo costantemente oggetti e soggetti allo stesso tempo. In qualsiasi modo vogliamo intraprenderla, l’investigazione è la parte principale del pensiero umano, è colei che muove tutti i pensieri giusti o errati che siano.
L’investigazione altro non è che il pensare cercando delle risposte, muovendosi allo stesso tempo con i motori a propulsione della curiosità e del dubbio, ma sempre e solamente con uno scopo comune: conoscere il vero.
In questa ottica concepiamo “l’Investigazione”, come forma pura di pensiero analitico, che poi viene esplicitata ed applicata alle più disparate discipline che, come nel mio caso, possono essere ad esempio le investigazioni private e penali difensive.
Non dobbiamo sentirci mai paghi delle giustificazioni, ricerchiamo sempre la Verità in ogni domanda che ci poniamo, non a caso… far parte di Obiettivo Investigazione è anche questo, un viaggio nel lungo e tortuoso percorso alla ricerca della Verità, insieme ad autorevoli compagni.
Articolo di Andrea Bonacci
Andrea Bonacci è un investigatore privato, titolare dell’Agenzia “AK Investigazioni”. Socio fondatore e segretario dell’Associazione O.I. Obiettivo Investigazione.