“La grafologia come strumento di comprensione ed autocontrollo”

Si può sospendere il tempo? Il susseguirsi del giorno e della notte, delle ore, procedono senza tener conto se non del ritmo dell’alternarsi della luce e del buio.

In questi ultimi mesi, a causa della pandemia da Covid-19 e del conseguente lock down, abbiamo vissuto una sorta di esperienza del tempo sospeso, della sospensione della normalità della vita, della privazione della libertà, non solo quella di movimento, ma anche quella relazionale, affettiva, professionale.

Vita sospesa. Cambio di passo. Cambio di ritmo. Ma a quali conseguenze?

Nel corso della storia ci sono state innumerevoli pandemie, ma questa da Covid-19 ha assunto, grazie all’informazione in tempo reale, dimensioni mondiali non solo in termini di diffusione del virus, ma nel nostro vissuto quotidiano.

A mia memoria, mai sono state prese misure così drastiche quali la chiusura delle scuole, dei locali commerciali, di tutte le attività produttive, dei tribunali, delle sale operatorie e visite specialistiche.

Adesso stiamo ripartendo, ma probabilmente cambiati rispetto a come eravamo e, con una consapevolezza maggiore su cosa possiamo realmente controllare.

Questo tempo sospeso è stato come uno schiaffo: abbiamo capito che il controllo che pensavamo di avere sulla vita e gli eventi è illusorio, che è sufficiente un minuscolo e invisibile virus per mettere ko il mondo intero e che, l’essere umano, anche il più potente, non è padrone e non controlla proprio niente.

In questo periodo di vita sospesa, essendo per natura molto pragmatica, mi sono spesso chiesta che ruolo potesse avere la grafologia e in che modo potesse essere di aiuto sia ai singoli sia alla collettività.

La grafologia, attraverso l’analisi della personalità grafica, permette di aiutare il singolo a prendere coscienza dei suoi punti di forza e di debolezza. Non è così scontato che ognuno di noi sappia quali siano.

I primi sono importanti perché permettono al soggetto di utilizzarli per migliorare la qualità delle sue performance, sia professionali che relazionali.

In genere, i punti di debolezza sono quelli che provocano delle reazioni o dei pensieri che non ci piacciono e che sono lesivi sia della nostra mente che della qualità delle nostre relazioni, ma che non sappiamo dominare.

Tuttavia, una volta individuati i punti di debolezza, con un esercizio di autoconsapevolezza, autodisciplina e metacognizione, si possono “neutralizzare”. Qui entra in campo l’autocontrollo, la cui definizione è: dominio, controllo, coordinamento dei propri istinti e delle proprie azioni, controllo di sé.

Quindi? Siamo in balia degli eventi? Barche senza timone? Burattini i cui fii sono tenuti dal caso o dal destino? No, assolutamente no. La grandezza dell’essere umano sta proprio nella scelta di decidere come fronteggiare gli eventi e uscirne vincitore.

Come? Esercitando l’autocontrollo che è un’attività che risiede nella neocorteccia, significa prendere il dominio delle emozioni che sono ingannevoli. Le emozioni risiedono nell’amigdala la quale induce reazioni imprecise e, il più delle volte abnormi. Autocontrollo significa non reagire di istinto, ma pianificare le azioni in modo che siano produttive e atte alla sopravvivenza, non tanto fisica quanto mentale e relazionale.

Ecco dove possiamo avere il pieno controllo: su noi stessi.

La qualità e la quantità di autocontrollo che esercitiamo su noi stessi, determina la quantità e la qualità delle vittorie che avremo nella vita. Il mondo esalta sentimenti ed emozioni e, sicuramente hanno avuto e hanno la loro importanza, perché inducendo una reazione immediata attraverso il confronto approssimativo con situazioni precedenti simili, prevengono pericoli reali. Ma l’uomo è un essere superiore rispetto al resto degli altri esseri viventi, perché rispetto ai nuclei primordiali, secondo la suddivisione del cervello di Mc Lean, cioè rettiliano e limbico (sede delle emozioni), abbiamo sviluppato il cervello neocorticale che media i processi mentali superiori. L’ignoranza rende l’uomo schiavo, in senso lato. Una vecchia canzone di Marco Masini recita: l’ignoranza è la peggiore malattia.

L’ignoranza, intesa come mancanza di conoscenza, favorisce una erronea interpretazione dei dati che la realtà, il mondo esterno ed interno ci rimandano.

La grafologia è sicuramente uno strumento molto utile per avere contezza di sé e conoscenza, attraverso lo studio di come funziona il cervello, dei meccanismi che determinano le nostre azioni e reazioni. Per avere risposte adeguate e proficue non possiamo reagire di istinto seguendo le emozioni, perché le emozioni ingannano.

Questo vuol dire che non dobbiamo lasciarci andare ai sentimenti o che non possiamo emozionarci? Certo che no, ma solo dopo aver vagliato e controllato se l’emozione è ingannevole.

Certo mi rendo conto che in una società che esalta la libertà intesa anche nel senso di fare, dire e agire secondo le emozioni e quello che proviamo, questa impostazione basata sull’autocontrollo, oltre ad essere contro corrente può risultare quasi una limitazione della libertà.

Dal mio punto di vista, ma non solo, la libertà, al contrario, è avere pieno dominio di sé.

Articolo di Paola Gnasso

 


Paola Gnasso

Paola Gnasso è docente di Grafologa Forense presso corsi e master universitari. Riveste il ruolo di CTU e CTP.