“Farmacologia degli agenti nervini”

Alexej Navalny è un sostenitore della lotta alla corruzione che ha guidato le proteste nazionali contro le autorità russe.

Navalny ha definito il partito di Putin come un luogo di “truffatori e ladri che sta “succhiando il sangue alla Russia”. Affermazione non da poco in un paese dove la democrazia è in mano a una persona come Putin, persona spesso decisa a mantenere con ogni mezzo il proprio potere. A Navalnyj è stato vietato di candidarsi contro Putin alle elezioni a causa di una pregressa condanna per appropriazione indebita. Condanna che peraltro lui bolla come rappresaglia del Cremlino per le sue feroci critiche.

Il Cremlino è stato sospettato in passato di numerosi omicidi o tentati omicidi contro critici di alto profilo o oppositori del Presidente Putin, tra cui politici, funzionari dei servizi segreti e giornalisti. Il Cremlino, tuttavia, ha sempre negato il proprio coinvolgimento.

Nel 2006, Alexander Litvinenko, un ex ufficiale dei servizi segreti russi, diventato in seguito molto critico del Cremlino e fuggito nel Regno Unito, è morto dopo che il suo tè è stato avvelenato dal polonio-210. Recentemente, il giornalista e attivista dell’opposizione Vladimir Kara-Murza ha affermato di essere stato avvelenato due volte dai servizi di sicurezza russi. È stato in coma per un lungo periodo ma alla fine è sopravvissuto.

Un altro critico del Cremlino, Pyotr Verzilov, ha accusato i servizi segreti russi di averlo avvelenato nel 2018, quando si è ammalato dopo un’udienza in tribunale, perdendo la vista e la capacità di parlare. E’ stato curato dall’ospedale Charité di Berlino dove i medici hanno immediatamente riconosciuto i sintomi di avvelenamento con agente nervino. Probabilmente è proprio per la prontezza e la capacità professionale di questi medici che si è salvato.

Il 20 agosto 2020, durante un volo che lo portava da Tomsk a Mosca, Navalny ha cominciato a manifestare sintomi di malessere perdendo conoscenza. L’aereo, quindi, ha effettuato un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Omsk dove Navalny è stato portato in ospedale nel reparto di rianimazione. Navalny è caduto in coma ed è stato collegato a un ventilatore per la respirazione assistita. Dopo la richiesta del partito “Russia del Futur”o alla cancelleria Merkel e al presidente francese Macron, un aereo è partito dalla Germania per portare Navalny ad una clinica di Berlino.

Tuttavia, i medici hanno rifiutato in un primo tempo il consenso al trasferimento definendo Navalyj in condizioni instabili e quindi non trasportabile. Solamente dopo pressioni dei governi francese e tedesco e molte insistenze, il 22 agosto Navalny è partito per Berlino e qui è stato ricoverato all’ospedale della Charité. Il 2 settembre un portavoce del governo tedesco ha confermato l’ipotesi dell’avvelenamento, affermando che le analisi su Navalny avevano riscontrato la presenza del Novichok, agente nervino già utilizzato per avvelenare l’ex spia Sergej Skripal’ nel 2018. Il 7 settembre esce dal coma farmacologico e riprende conoscenza apparentemente senza aver subito danni permanenti.

Gli agenti nervini: cosa sono e come è e come agiscono?

Gli agenti nervini sono sostanze chimiche di sintesi che influenzano il sistema nervoso, i gas nervini sono inclusi in questa categoria. Tuttavia, è bene chiarire che non tutti gli agenti nervini si trovano a temperatura ambiente allo stato gassoso. I principali agenti nervini sono sarin, soman, tabun, VX e novichok. Questi agenti sono stati fabbricati essenzialmente come prodotti chimici per uso bellico e sono nelle scorte militari di diverse nazioni. La loro azione si basa sull’inibizione permanente dell’acetilcolinesterasi, bloccando, di fatto, la degradazione dell’acetilcolina, un neurotrasmettitore  il cui eccesso provoca diversi effetti dannosi.

I sintomi appaiono in pochi minuti, naturalmente sono dose dipendenti e principalmente sono costituiti da: forte restringimento delle pupille dell’occhio; eccessiva produzione di muco, lacrime, saliva e sudore; mal di testa; mal di stomaco; nausea e vomito; respiro affannoso; perdita di controllo della vescica e dell’intestino; contrazione muscolare; convulsioni; coma; morte (fig 1).

Essenzialmente i soli antidoti sono l’atropina, un agente capace di contrastare l’azione dell’eccesso di acetilcolina sulle sinapsi neuromuscolari e la pralidossima che è in grado di riattivare l’enzima acetilcolinesterasi. Questi due antidoti hanno tuttavia una differenza nella loro applicazione: mentre l’acetilcolina può essere utile sia in una fase precoce che tardiva dell’avvelenamento, la pralidossima viene utilizzata solamente nelle fasi precoci in quanto è un riattivatore dell’enzima, ma può farlo solo prima che l’inibizione diventi definitivamente irreversibile. Essenzialmente il limite ai cosiddetti “antidoti” in questo caso è il fatto che la sola atropina può essere utilizzata ma che questa può solo limitare i danni di una eccessiva presenza di acetilcolina ma non riattivare l’enzima, per cui si deve aspettare non solo che venga eliminato l’agente nervino ma che nuovi enzimi vengano prodotti.

Ci sono insetticidi e anche farmaci che utilizzano lo stesso meccanismo di azione ma essenzialmente la loro pericolosità è nettamente inferiore rispetto ad alcuni agenti nervini utilizzati a scopi bellici o illeciti in quanto la loro potenza è nettamente inferiore.

Tra i gas nervini più noti ci sono il tabun e il sarin con dosi letali calcolabili in qualche decina di milligrammi per un adulto e il temibile VX con dose letale nettamente inferiore. L’esposizione al VX (che peraltro a temperatura ambiente si trova allo stato liquido, quindi molto adatto a usi illeciti) può risultare fatale nel giro di alcuni minuti sia per ingestione che a contatto con la pelle. La sua dose letale percutanea per un uomo di 70 kg corrisponde a circa 10 mg.

Il Novichok, o “nuovo arrivato” è una classe di agenti nervini poco caratterizzati con stesso meccanismo di azione dei precedenti. La maggior parte di ciò che sappiamo degli agenti di Novichok deriva dalle testimonianze e dalle memorie del dottor Vil S. Mirzayanov, il capo del Dipartimento dell’intelligence tecnica estera presso l’Istituto di ricerca scientifica dell’Unione di Stato russa per la chimica e la tecnologia organica (GosNIIOKhT research program). Il Dr. Mirzayanov è autore di un rapporto del 1994 con il Centro Stimson che descrive lo stato del disarmo delle armi chimiche in Russia. Ha dettagliato l’avvio di un’iniziativa segreta sovietica sulle armi chimiche per sviluppare agenti “nuovi arrivati” (cioè Novichok in russo). I primi tre di questi, sostanza-33, A-230, e A-232, sono stati prodotti in un impianto in Russia modificando molecole con struttura di base organofosforica. Sono state sintetizzate centinaia di molecole (tabella 1), le strutture di alcune di queste (quelle meno potenti) sono state anche rese note e pubblicate probabilmente con l’intento di tenere segreto il reale programma di ricerca scientifica dell’intelligence russa. Gli agenti chiamati novichok hanno potenza 5-10 volte superiore al  VX e sono binarie ovvero sono costituiti da 2 molecole precursori che una volta mischiate danno origine alla composto attivo. Queste caratteristiche conferiscono al novichok diversi vantaggi rispetto agli agenti nervini tradizionali: i) sono stabili inerti e non pericolosi da maneggiare; ii) non rientrano nelle leggi internazionali della Chemical Weapons Treaty in quanto come singole sostanze non sono attive.

Tabella 1: lista dei principali agenti nervini sintetizzati dal GosNIIOKhT research program

In genere gli avvelenamenti a scopo illecito da agenti nervini sono molto difficili sia da scoprire sia da trattare.

Da trattare, come detto sopra, in quanto dalla comparsa dei primi sintomi all’inefficacia del principale antidoto (la pralidossima) possono intercorrere pochi minuti.

Da scoprire semplicemente per la potenza di questi agenti. Per il novichok in particolare (o meglio per alcuni novichok) è stata ipotizzata una LD50 (ovvero la quantità di sostanza che uccide il 50% degli individui) di 0.22mcg/kg ovvero 0.015 mg per un individuo adulto di 70 kg. Quindi ritrovarla nel sangue o nelle urine dell’individuo colpito è molto difficile anche con le più avanzate tecnologie di analisi, impossibile oltretutto nel caso di Navalnyj quando le analisi si sono potute effettuare solo dopo alcuni giorni.

Il fatto di non conoscere esattamente la struttura della molecola rende ancora più difficile la sua identificazione. In pratica la diagnosi di avvelenamento con agente nervino viene fatta essenzialmente sui sintomi. Se oltretutto si esclude la possibilità di identificare dove il veleno in questione è stato somministrato (cibo, bevande, messo sui vestiti) mediante analisi diretta si può solo dire che si tratta probabilmente di avvelenamento da agente inibitore delle colinesterasi. Questo tipo di avvelenamento con analisi di laboratorio può essere  verificato (non si trova la molecola ma l’inibizione delle colinesterasi eritrocitarie e delle pseudocolinesterasi plasmatiche).

Dal momento che questa inibizione dura per giorni le indicazioni di laboratorio sono fondamentali per indirizzare il medico tossicologo verso una diagnosi. In sintesi, si può solo dire che c’è stato un avvelenamento con un agente nervino con azione anticolinesterasica, mentre individuare l’agente è molto spesso impossibile sia per la potenza del veleno (pochi microgrammi) sia per il tempo intercorso tra avvelenamento e analisi.

Paradossalmente quello che può salvare i bersagli dell’azione criminosa mediante l’utilizzo di novichok e agenti simili è la loro potenza. Chi è intenzionato a compiere un omicidio, in genere, non vuole lasciare traccia. Per farlo deve lasciare un discreto lasso di tempo tra l’avvelenamento e la comparsa di sintomi gravi. In questo caso le dosi utilizzate devono essere abbastanza basse da non provocare la morte immediata del soggetto da colpire, cosa difficile da farsi per un agente così potente come il novichok. Quindi probabilmente, dal momento che non è stato identificata la molecola utilizzata, come affermato dal Dr. Mirzayanov stesso, non è un novichok ma probabilmente qualcosa di diverso, infatti dalla supposta somministrazione del veleno in una bevanda all’aeroporto, ai primi segni di malessere di Navalnyj sono passati parecchi minuti.

Certo non è da escludere alla fine che abbiano agito dei professionisti che sappiano maneggiare il pericolosissimo novichok, basta ricordarsi che per avvelenare una persona basta toccare la sua pelle con un piccolissimo tampone imbevuto con la sostanza. Questo potrebbe essere successo, ma un buon investigatore collegando la modalità di azione di questi agenti, la loro potenza e il tempo di azione avrebbe dovuto immediatamente capire che il malfattore se ha usato il novichok, doveva essere sull’aereo e non in aeroporto o altrove.

Articolo di Ranieri Rossi 

Fonti

https://abcnews.go.com/International/kremlin-critic-alexey-navalny-coma-severe-novichok-nerve/story?id=72862456

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6039123/


Ranieri Rossi, socio fondatore dell’Associazione O.I. Obiettivo Investigazione.
Professore di Farmacologia e Tossicologia presso l’Università degli studi di Siena.