“Lo studio degli insetti per la ricostruzione della scena del crimine”
“Grande brusio, oggi, sulla piazza del villaggio, tra gli astanti: un uomo è stato assassinato con un falcetto e il capo villaggio vuole sapere chi è stato per infliggergli la giusta punizione (Cina, intorno all’anno 1100). Gli uomini, richiamati dai campi, falci a terra davanti ai piedi, sono in fila difronte al capo che li osserva attentamente e li interroga. Nessuno sa nulla. Nessuno ha visto nulla. Nessuno ha sentito nulla. Sarebbe, forse, meglio dire nessun essere umano! E, infatti, delatori silenziosi supervisionano la scena e suggeriscono al capo (acuto osservatore) chi è il reo, svolazzando sulla lama di una sola delle falci. Proprio così: mosche che sentono ancora le tracce odorose rilasciate dai tessuti umani con i quali la lama, ora pulita, è entrata in contatto, uccidendo il contadino. Nessuna traccia visibile; solo una traccia odorosa e permanente, percepibile solo dalle mosche. Poche associazioni mentali nella testa del capo villaggio e l’assassino è costretto a confessare….(libera interpretazione di un caso pubblicato da Sun Tzu’s in “The Washing Away of Wrongs”, 1235: primo manuale di medicina forense e prima testimonianza dell’uso dell’entomologia a scopo giudiziario documentata attraverso l’esposizione di vari casi così affrontati)”.
La nostra cultura occidentale, rispetto ad altre, probabilmente è stata rallentata nel progresso scientifico e nell’interpretazione delle osservazioni naturalistiche, dato che lo scisma tra pensiero scientifico e religioso avviene dopo la rivoluzione galileiana e così, solo dopo circa un millennio, questa volta siamo in Francia, le osservazioni empiriche raggiungono un costrutto razionale, e si inizia a porre attenzione all’utilizzo degli insetti nella datazione della morte (principale quesito posto dalla magistratura, Fig.1) grazie al metodo successionale ideato da Megnin (1894). Egli aveva individuato la correlazione esistente tra gli stadi trasformativi cadaverici e gli insetti necrofagi e, pertanto, riusciva a ricostruire, sulla base dell’entomofauna rinvenuta sul cadavere, l’epoca del decesso (questo metodo è tuttora utilizzato quando i resti sono molto datati, come più avanti sarà rappresentato). Si capisce, ora, perché parlare dell’entomologia come di una novità in ambito giudiziario abbia poco senso e, al tempo stesso, parlare oggi di entomologia forense in Italia pare, appunto, un puro parlare dato che siamo ancora molto lontani dall’utilizzarla per come potrebbe e dovrebbe essere utilizzata, contrariamente a quanto avviene in altri stati europei e non (questa sorte non è riservata solo all’entomologia ma anche ad altre discipline che potrebbero invece essere di grande aiuto alle indagini). Scienza antica, quindi, ma rivisitata nelle applicazioni grazie alla ricerca, i cui risultati fanno sì che, oggi, il metodo entomologico sia quanto di più raffinato ci sia per datare un decesso, e tale resterà finché non saranno perfezionati approcci molecolari e biochimici.
I principali strumenti diagnostici medico-legali (algor-, rigor-, livor mortis), dopo pochi giorni dal decesso, si risolvono e la datazione del decesso su base tanatologica, appannaggio dei patologi forensi, porta a indicazioni progressivamente più labili e, a fronte di un rinvenimento datato, diventa difficile datare con buona attendibilità i resti. Queste valutazioni possono essere coadiuvate dall’entomologia.
La moderna entomologia forense si sviluppa alla fine del 1900, con lo studio dei cicli di sviluppo degli insetti che ha portato, nel terzo millennio, alla possibilità di studiare l’età dei reperti entomologici prelevati da un cadavere per risalire al momento del decesso con grande precisione. Alla luce di questa sintesi forse è lecito chiedersi perché, in Italia, questo approccio investigativo non riesca a decollare, soprattutto in considerazione che i risultati più recenti della ricerca trasformano le osservazioni entomologiche da semplici osservazioni naturalistiche, quali furono agli albori del loro utilizzo, in strumenti raffinati di indagine.
Ma ora entriamo un po’ più nel dettaglio, per meglio comprendere quanto è stato finora affermato e iniziamo col motivare il perché gli insetti possano essere così utili alla giustizia.
Innanzitutto, diciamo che non c’è ambiente terrestre nel quale gli insetti e altri artropodi non si siano adattati a vivere e riprodursi (Baust ed Edwards 1979, Lopez-Martinez et al. 2008). Data la loro distribuzione ad ampio spettro, non sorprende, quindi, che alcuni di loro interagiscano molto da vicino con le comunità antropiche, sia con impatto positivo che negativo, e quindi sulle loro attività (Bertone et al. 2016) sulla salute, sulla produzione e su ogni altro aspetto della nostra vita, a seconda del gruppo di insetti presi in esame e del contesto geografico e climatico.
Inoltre, se si guarda alle esigenze riproduttive e nutrizionali degli insetti, esigenze che sono alla base della vita e della conservazione delle specie, si vede come spesso essi colonizzino un substrato non solo per trarne nutrimento ma, a volte, solamente per deporre le loro uova affinché le larve, alla schiusa, abbiano subito a disposizione di che nutrirsi. Tra gli altri, questo è il caso degli insetti necrofagi che saranno gli unici protagonisti di queste righe nonostante il fatto che, a causa dell’onnipresenza degli insetti nella nostra vita, l’entomologia abbia un ampio campo di applicazioni anche in ambito di salute urbana, prevenzione e/o diagnosi di infestazione di stoccaggi alimentari, merceologici e museali.
Rivolgendo la nostra attenzione, in questa sede, solo all’entomologia medico-legale, il nostro interesse si focalizza sulle mosche (Diptera), in quanto generalmente sono i primi insetti che depongono le uova (colonizzano) sui resti cadaverici, e sui coleotteri (Fig.2 A – B).
Fig. 2 A – Alcune morfologie di ditteri di interesse forense
Fig. 2 B – Alcune morfologie di coleotteri di interesse forense
Per capire come questi insetti possano essere utili in ambito medico-legale, bisogna avere una panoramica generale della loro etologia. Essi sono ovipari e, nella maggior parte dei casi, depongono delle uova (isolate o in gruppi a seconda delle specie) dalle quali nascono larve, lo sviluppo delle quali passa attraverso una serie di stadi variabili in numero con la specie grazie a un fenomeno chiamato muta, che consente loro di crescere di dimensioni, grazie alla sostituzione della rigida cuticola esterna con una nuova e più grande.
Per completare il loro ciclo e passare dall’ultimo stadio immaturo allo stadio adulto, molti gruppi di insetti, tra cui quelli di nostro interesse, devono subire una metamorfosi completa all’interno di una struttura, apparentemente statica, che è la pupa. Ognuno di questi stadi di sviluppo (uova, larve, pupe) è oggetto di repertazione su una scena e, per ogni tipologia di reperto, sarà necessario adottare tecniche di prelievo e conservazione appropriate (Fig.3).
Fine prima parte
Articolo di Simonetta Lambiase
Fonti
Immagine di copertina www.fss.org.uk/forensic-entomology.html
Foto archivio personale dell’autore
Baust, J. G., J. S. Edwards. Mechanisms of freezing tolerance in an Antarctic midge, Belgica antarctica. Physiol. Entomol. 1979, 4, 1-5.
Bertone, M. A., M. Leong, K. M. Bayless, T. L. Malow, R. R. Dunn, M. D. Trautwein. Arthropods of the great indoors: Characterizing diversity inside urban and suburban homes. PeerJ. 2016, 4:e1582.
Lopez-Martinez, G., M. A. Elnitsky, J. B. Benoit, R. E. Lee Jr, D. L. Denlinger. High resistance to oxidative damage in the Antarctic midge Belgica antarctica, and developmentally linked expression of genes encoding superoxide dismutase, catalase and heat shock proteins. Insect Biochem. Mol. Biol. 2008, 38, 796-804.
Mégnin J.P. La faune des cadavres: application de l’entomologie à la medicine légale. L’Encyclopédie Scientifique des Aide-mémoire, Paris: Masson et Gauthier-Villaars. 1894.
Biologa specializzata in citogenetica umana e dottorata in patologia umana ed ereditaria.
Postdottorato svolto in tema di endocitobiosi negli insetti. Da 15 anni dirige il laboratorio di entomologia forense dell’Università di Pavia.
Coordinatore di master in scienze forensi, docente di entomologia forense per la Polizia di Stato e consulente tecnico per le Procure e, di parte in controversie civilistiche.