“Fammi vedere come scrivi e ti dirò (scientificamente) chi sei”
Negli ultimi anni, con il moltiplicarsi di trasmissioni televisive che si occupano di casi di cronaca nera, le scienze forensi sono entrate in contatto con una vasta platea e non sono più appannaggio di un ristretto gruppo di esperti. Tra le scienze forensi che, a vario titolo entrano di diritto nella ricerca della verità relativamente ad un caso di cronaca nera, trova conseguentemente il suo spazio anche la grafologia forense.
Nell’immaginario collettivo la grafologia spesso viene associata alle arti divinatorie o, nella migliore delle ipotesi, il grafologo viene visto come una specie di mago che guarda la grafia, come fosse una sfera di cristallo, e dice delle cose che per lo più sembrano frutto di fantasia.
L’interesse dell’uomo nello scoprire l’autore di un documento manoscritto, nasce quasi contemporaneamente allo svilupparsi dei cinque distinti alfabeti in cinque parti diverse del pianeta. La grafologia è una scienza antica in quanto già alcuni scritti di Cicerone fanno riferimento all’esigenza, appunto, di dare paternità ad un determinato scritto.
In Italia la grafologia è da sempre utilizzata dalla Polizia scientifica e dal Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche, ma è alla metà del secolo scorso che Padre Girolamo Moretti, fondatore della grafologia italiana, riesce a dare organicità a questa materia elaborando un sistema di individuazione e misurazione dei segni che divide in categorie; ed è anche il primo a parlare di combinazione dei segni e di variazioni concomitanti, che tanta importanza hanno in grafologia forense. Ma l’aspetto più innovativo e importante è che, già negli anni Cinquanta del secolo scorso, Padre G. Moretti intuisce quanto sia importante rintracciare e agganciare ogni singolo segno grafologico a quelle che lui definisce “le ragioni scientifiche del segno”.
Nel 1970 tutte le scienze che a vario titolo studiano il cervello, costituiscono la Società di Neuroscienze; lo scopo è quello di studiare come funziona il cervello attraverso un lavoro interdisciplinare multiplo, che coinvolge scienziati che si occupano del cervello nei diversi campi scientifici: medico, psicologico, biologico, biochimico così da poter condividere tutte le scoperte che man mano ogni singola scienza va facendo, riguardo appunto il cervello. Ciò imprime un’accelerazione potente sulla conoscenza del cervello e, soprattutto, ci si rende conto di quanto ancora ci sia da scoprire. La grafia, così come tutti i comportamenti umani, è un prodotto automatizzato del cervello, il quale è morfologicamente uguale in ogni essere umano, ma si diversifica rispetto al contenuto, in quanto lo stesso è basato sulle quantità e la qualità delle connessioni neuronali che si formano in base alle esperienze personali, in particolare nella prima infanzia, e questo è alla base dell’unicità della grafia: per tale motivo è impossibile che due persone differenti scrivano in modo identico, è però possibile rintracciare grafie simili tra i consanguinei: simili, ma mai identiche.
La grafologia può essere applicata in vari settori, a titolo esemplificativo: nell’orientamento scolastico e professionale (nel resto d’Europa è molto usata dalle aziende quando devono assumere personale o quando hanno necessità di riorganizzare le risorse umane).
La grafologia forense è una branca della grafologia e per certi versi se ne discosta leggermente in quanto vengono analizzate e, hanno valore probatorio, alcune specifiche categorie. Il ricorso alla grafologia forense si rende necessario tutte le volte che avviene un disconoscimento di una scrittura o di una firma, indipendentemente dalla natura del documento: un assegno, una cambiale, una scrittura privata, ecc.
Nel caso di specie è fondamentale effettuare anche un’analisi documentale che consiste nel verificare che il documento non abbia subito alterazioni e/o manomissioni sia chimiche che di tipo meccanico. Il motivo di tale accertamento risiede nel fatto che il contenuto del documento (scrittura privata, assegno, ecc.) potrebbe essere stato modificato successivamente, in ordine temporale, all’apposizione della sottoscrizione; in questo caso la firma risulta autografa, ma il sottoscrivente non riconosce il contenuto del documento in cui insiste la sua firma.
Per tale motivo, ma non solo, è sempre meglio avere a disposizione i documenti in originale, anche se negli ultimi tempi l’orientamento giurisprudenziale è volto a favorire l’accertamento anche sulle fotocopie. Sempre in ambito forense, la grafologia è utile quando si ravvisa la necessità di scoprire l’autore di lettere anonime, nell’era digitale non sorprenda che ci sia qualcuno che manoscriva lettere anonime cambiando solo il format magari da corsivo in stampatello o viceversa, oppure scriva con la mano diversa da quella abituale.
Un altro ambito di interesse riguarda l’impugnazione di un testamento olografo. Nel caso di specie si deve tener conto anche di aspetti extra-grafici, ma che giocano un ruolo fondamentale nella valutazione di variazioni che altrimenti possono trarre in inganno tanto da indurre in errore; pertanto, è importante conoscere l’età del de cuius, se era affetto da patologie particolari che richiedessero l’assunzione di farmaci, solo per fare alcuni esempi.
La grafologia forense è un valido strumento anche nell’analizzare i biglietti di “addio” nei casi di presunto suicidio, ma non solo, qualora le prove riscontrate sulla scena del crimine non siano sufficienti per determinare se si sia trattato di suicidio o di omicidio – e la cronaca è piena di casi simili – può essere un valido aiuto effettuare quella che in gergo si definisce autopsia della grafia. In questo caso, è bene precisare che tale indagine non può costituire prova, ma sicuramente è un tassello in più per far sì che la ricostruzione degli eventi si avvicini il più possibile alla verità dei fatti.
Per tale motivo è fondamentale lavorare in sinergia e in collaborazione con le altre scienze forensi, perché, sintetizzando il pensiero di Allport, nessuna scienza forense è depositaria della verità in toto. L’attendibilità della grafologia non risiede nel suo impianto teorico-pratico, quanto nella preparazione del grafologo e nel rigore con il quale applica il metodo scientifico; riguardo poi al margine di errore dipende dalla qualità dal materiale in verifica e dalla qualità e quantità di quello autografo di cui si dispone.
Articolo di Paola Gnasso
Paola Gnasso è docente di Grafologa Forense presso corsi e master universitari. Riveste il ruolo di CTU e CTP.