Utilizzo criminale ed errori comuni nelle investigazioni forensi

Le droghe da stupro, note nella letteratura scientifica come DRD (Date-Rape Drug), rappresentano un insieme di sostanze che possono essere impiegate per facilitare i tentativi di stupro o le aggressioni sessuali. Le stesse sostanze possono venir utilizzate per qualsiasi altro atto criminoso come furti o rapine, il trafugamento dei numeri del bancomat, rapimenti o simulazioni di suicidi. Come è noto, le droghe e l’alcool possono rendere una persona confusa su ciò che sta accadendo intorno a lei, abbassarne le difese nei confronti di predatori sessuali, renderla incapace di ricordare cosa è successo.

In genere le droghe da stupro, che solitamente vengono aggiunte in una bevanda all’insaputa della vittima, devono avere alcune caratteristiche fondamentali: essere inodore, insapore e possibilmente devono essere potenti. Molti non includono l’alcol tra le droghe da stupro per un motivo logico: l’alcol pur avendo molte delle caratteristiche farmacodinamiche delle DRD, per avere effetti rilevanti (stordimento, letargia, apatia) deve arrivare a concentrazioni ematiche di 2-3 grammi/litro, pari all’ingestione di oltre un’intera bottiglia di vino in un uomo adulto di 70 kg o 6-8 drink di un superalcolico. Si arriva invece allo stato di incoscienza con oltre 3 grammi/litro. Anche se lo stupro o qualsiasi altro atto criminoso possono essere la conseguenza di uno stato di ebrezza, la differenza essenziale è che rispetto alle DRD che vengono somministrate all’insaputa della vittima per perseguire finalità criminose premeditate, l’assunzione di alcolici è generalmente volontaria.

Tuttavia, l’alcol può essere utilizzato per potenziare l’effetto di molte altre sostanze come ansiolitici o perfino di farmaci venduti anche senza prescrizione medica.

Le caratteristiche principali delle droghe da stupro sono le seguenti:

-facilmente disponibili

-incolore, inodore, insapore

-efficaci a basse dosi

-capacità di dissolversi rapidamente nelle bevande

-rapido assorbimento dopo somministrazione orale

-rapida comparsa dell’effetto

-capacità di indurre disinibizione e rilassamento dei muscoli volontari

-capacità di indurre amnesia retrograda nella vittima

Tra le DRD più tristemente famose vi è l’acido γ-idrossibutirrico (GHB). Questo viene utilizzato in ambito farmacologico nella narcolessia, nella dipendenza da alcol e da oppiacei. È inoltre prescritto come farmaco per stimolare la produzione dell’ormone della crescita e come coadiuvante del parto.

I suoi effetti vanno dalla sonnolenza, all’amnesia, fino a perdita di coscienza e coma. Nello scenario dell’azione criminosa, è in genere mischiato con un drink alcolico per mascherarne il sapore salato e necessita di qualche grammo per avere un’azione efficace.

Altro esempio di DRD è la ketamina, un farmaco utilizzato per l’induzione ed il mantenimento dell’anestesia per lo più in ambito veterinario, pediatrico e traumatologico. La ketamina è una sostanza apparentemente simile all’acqua (liquida, incolore e inodore) che viene ingerita o iniettata. A differenti dosaggi e modalità di assunzione corrispondono tanto effetti quanto rischi differenti. I primi vanno da una leggera stimolazione, all’euforia tipica di un’ubriacatura alcolica, fino a uno stato dissociativo che conduce ad allucinazione intensa. In quest’ultimo caso, l’esperienza ketaminica, un po’ come l’attività onirica, si caratterizza per il fatto che è rivolta in misura variabile verso una “realtà interiore”. L’effetto dissociativo riportato è conosciuto in ambito medico come “stato di emersione” o di “ingresso in un’altra realtà” e, definito in termini di dimensione trans-personale di coscienza, dissoluzione estatica dell’Io, Near-Death Experience o Out-of-Body Experience.

Altra molecola sicuramente da classificare tra le DRD è il Rohypnol, un farmaco ipnoinducente (sonnifero). Ha effetto ipnotico, ansiolitico e sedativo nonché induttore di rilassamento muscolo-scheletrico; il suo principio attivo è il flunitrazepam, uno tra i più potenti derivati benzodiazepinici. La sua commercializzazione è incominciata a partire dagli anni ‘70, come ammortizzatore degli effetti di cocaina e amfetamina, successivamente a scopo ansiolitico e infine come vera e propria droga, a causa della dipendenza generata dall’assunzione. Sotto l’effetto del Rohypnol (soprattutto in combinazione con alcolici o altre droghe) si perde totalmente coscienza di sé e non è infrequente che tale condizione venga seguita da uno stato di amnesia. Per questo motivo, oltre che per alcuni effetti negativi riscontrati a livello cerebrale, negli USA ne è stato da tempo vietato il commercio, mentre in Europa e nel resto del mondo è ancora ampiamente usato a livello farmaceutico. Il farmaco viene normalmente prescritto per il trattamento dell’insonnia; trattandosi di una benzodiazepina ad azione medio-rapida, è spesso infatti prescritta a pazienti che faticano a prendere sonno.

Un altro farmaco che può essere annoverato nella categoria delle droghe da stupro è la fenciclidina (PCP o polvere d’angelo) che fa parte delle sostanze allucinogene (o psichedeliche) e che farmacologicamente appartiene alla categoria dei farmaci anestetici. Usata fin dagli anni ‘50 come anestetico, ad oggi è stato sostituito dalla ketamina, la quale provoca minore incidenza di reazioni psichiatriche come eccitazione, delirio, disorientamento e fenomeni di allucinazione. La fenciclidina è utilizzata anche come droga d’abuso, tipicamente assunta mediante ingestione, fumata oppure iniettata.

Il GHB, la ketamina, il Rohypnol e la PCP, insieme ad altre sostanze meno utilizzate come il cloralio idrato e l’acido γ-butirrolattone, possono tutte essere classificate come droghe da stupro.

È bene chiarire che come “droghe da stupro” in senso stretto del termine si intendono quelle sostanze che possono rendere più facile lo stupro o le aggressioni sessuali. La droga da stupro ideale è quella che induce la vittima a fare cose che in condizioni normali non vorrebbe fare e allo stesso tempo induce amnesia. Ci sono molte altre sostanze psicoattive non definite come DRD, che annullano la volontà di una vittima rendendola incapace di reagire e che in linea teorica possono essere impiegate come DRD (Tabella 1).

Da citare in questo contesto solo un paio di esempi: la dietilamide dell’acido lisergico (LSD), una delle droghe più potenti conosciute, e la scopolamina.

In seguito ad assunzione di microdosi di LSD (frazioni di mg) si avvertono le tipiche modificazioni sensoriali e quelle visive, percepite sia ad occhi chiusi che aperti, si presentano quasi sempre figure, disegni geometrici o immagini in serie, flash di intensi colori e oggetti che si muovono, che appaiono, scompaiono, si dissolvono e cambiano forma. In sostanza l’LSD provoca alterazione della coscienza, euforia, perdita di consapevolezza e lucidità, riduzione dei riflessi psicofisici, alterazioni nella memoria a breve e lungo termine, sensazione di intensa beatitudine. L’LSD ha anche effetti drammatici su odori e suoni, tutte le sensazioni sono altamente intensificate.

La scopolamina è invece una sostanza di facile reperimento in quanto abbondantemente presente in natura. È infatti contenuta in concentrazioni elevate in piante come la belladonna, lo stramonio e la mandragora. Queste piante sono state utilizzate per secoli: il delirio provocato dalla scopolamina poteva far pensare di volare e, i preparati di oppio spesso venivano rinforzati con questa sostanza. Ad oggi la scopolamina è utilizzata dal punto di vista medico come anticinetosico (nausea da viaggio) ad esempio in cerotti transdermici. Ad alti dosaggi la scopolamina può portare a senso di eccitazione, perdita di controllo, annebbiamento della coscienza e assenza di ogni ricordo.

Le sostanze psicoattive ovviamente possono essere utilizzate non solo per le aggressioni sessuali, ma per i più disparati atti criminosi che vanno dal furto di un portafoglio o di oggetti personali di valore, al rapimento, alla simulazione di suicidio. Chi indaga, ovviamente deve essere ben preparato a questa evenienza specialmente se la vittima non è stata in grado di raccontare cosa gli è successo, ad esempio in caso di omicidio/suicidio, ma anche dopo uno stupro.

Alcohol Khat Prescription Opioids
Ayahuasca Kratom Prescription Stimulants
Central Nervous System Deprassants LSD Psilocybin
Cocaine Marjiuana (Cannabis) Rohoypnol® (Flunitrazepam)
DMT MDMA (Ecstasy/Molly) Salvia
GHB Mescaline (Peyote) Steroids (Anabolic)
Hallucinogens Methamphetamine Synthetic Cannabinoids
Heroin Over-The-Counter-Medicines-Dextromethorphan (DXM) Synthetic Cathinones (Bath Salts)
Inhalants Over-The-Counter-Medicines-Loperadime Tobacco
Ketamine PCP

Tabella 1 droghe d’abuso tratta da: https://www.drugabuse.gov/drugs-abuse

Un caso di cronaca tristemente famoso, del quale purtroppo siamo stati coinvolti personalmente a livello familiare e successivamente dal punto di vista di indagine scientifica, è quello del dirigente del Monte dei Paschi di Siena (David Rossi), precipitato da una finestra della banca la sera del 6 marzo 2013. Una delle ipotesi che giustamente gli inquirenti hanno fatto, è che David Rossi fosse sotto l’effetto di qualche sostanza psicoattiva, che avesse potuto influire sulla sua volontà decisionale o sulle sue capacità di difendersi. Per questo in sede di autopsia sono state commissionate dal medico legale alcune analisi tossicologiche. Queste, effettuate subito dopo l’autopsia hanno dato esito negativo. L’indagine, come è ben noto, è stata archiviata dopo circa un anno. Solo in seguito alla riapertura del caso e alla riesumazione del cadavere si è scoperto un errore procedurale grossolano: il medico legale aveva condotto solo uno screening di primo livello, ovvero un generico test denominato EMIT (Enzyme Multiplied Immunoessay Tecnique) in grado di rivelare la semplice positività ad alcune sostanze in particolare alle benzodiazepine, ai barbiturici, alle amfetamine, agli oppiacei, ai cannabinoidi, alla cocaina e all’alcool. In pratica un tipo di screening che viene fatto generalmente in caso di incidente stradale. Ovviamente se al malcapitato fosse stata somministrata una delle decine di sostanze non rilevate da quel test (e.g. GSB, LSD o ketamina), il test stesso sarebbe risultato negativo.

Da questo evento, come da tanti altri, dobbiamo trarre un insegnamento: mai prendere alla leggera le analisi tossicologiche sia in caso di presunto stupro che in qualsiasi altro evento criminale, ma queste devono essere sempre eseguite da un esperto tossicologo forense, coadiuvato da una equipe in grado di rilevare la traccia delle decine di sostanze diverse a cui la vittima potrebbe essere stata esposta. Il tossicologo forense si deve avvalere di un laboratorio analitico all’avanguardia e dotato di tutta la strumentazione necessaria in grado di evidenziare la presenza della minima traccia delle moltissime sostanze da rilevare e dei loro metaboliti. Esistono decine di sostanze psicoattive (tabella 1) che possono essere utilizzate per scopi criminosi e numerose altre variabili, possono influenzare l’esito analitico e l’interpretazione del risultato finale, come ad esempio, il genere di metaboliti che si formano o il tempo intercorso dal prelievo. In conclusione, solo l’interazione tra tossicologo forense con grande esperienza e un laboratorio analitico dotato di strumentazioni aggiornate sarà capace di poter rilevare con sicurezza la positività o la negatività alle decine di sostanze che possono essere utilizzate nello scenario criminoso, di qualunque genere esso possa essere.

Articolo di Ranieri Rossi 

Fonti

Droghe e Farmaci psicoattivi Julien RM, Advokat CD, Comaty JE Zanichelli Editore

Foto bicchiere: https://www.womenshealth.gov/a-z-topics/date-rape-drugs

https://www.drugabuse.gov/drugs-abuse

https://it.wikipedia.org/wiki/Flunitrazepam


Ranieri Rossi, socio fondatore dell’Associazione O.I. Obiettivo Investigazione.
Prof. di Farmacologia e Tossicologia presso l’Università degli studi di Siena.