Scienze Forenesi 3.0, un’associazione no profit unica nel suo genere e nel panorama italiano, nasce a fine 2019 dall’idea di tre Soci Fondatori, la Dott.ssa Beatrice Farneti, l’Avv. Michele Vita e Cristiano Getuli, che da anni lavorano a vario titolo nel settore delle Scienze Forensi. La riflessione su cui si sono soffermati i tre Soci Fondatori, lavorando attivamente nel campo come professionisti, frequentando gli ambienti Universitari ed i Tribunali di tutta Italia, è l’incredibile gap generazionale e qualitativo, esistente tra i Consulenti Tecnici in Italia nel campo delle Scienze Forensi. Si passa dall’avere illustri professionisti, delle vere e proprie Eccellenze, con esperienza almeno trentennale nel loro settore e in casi famosi nonché mediatici, a improvvisati del mestiere o peggio, persone con formazione da “autodidatta” in incarichi di rilievo che si auto professano come “esperti”.
Ma come si fa a diventare un esperto nel campo delle Scienze Forensi?
La risposta a questa domanda è piuttosto complessa.
Innanzitutto, possiamo dire che l’esperto integrale nelle Scienze Forensi, il cosiddetto tuttologo, non esiste!
Si può invece cercare di essere esperti in un qualche settore delle Scienze Forensi, come ad esempio la grafologia, la ricostruzione della scena del crimine, la balistica, la genetica forense, l’informatica forense, etc. Questo è un aspetto fondamentale da comprendere, in quanto occorre un livello di conoscenze molto elevato e specifico, ed ogni branca delle Scienze Forensi, è una disciplina a sé che richiede studio e dedizione continui.
Purtroppo, in un’epoca digitalizzata come la nostra, dove il social network è il canale preferenziale per farsi conoscere, si tende a considerare professionisti ed affidabili persone che in realtà vendono bene la loro immagine sui canali mediatici. Nella mente delle persone, scatta a livello comunicativo la seguente l’equivalenza: “molti follower e presenza in tv = professionista accreditato”. In realtà i social e la tv mostrano tendenzialmente solo ciò che una persona vuole comunicare e mostrare di sé. Le sconfitte non esistono sui social.
Nella realtà occorre una preparazione specifica, composta non da una moltitudine di attestati, rilasciati dopo aver frequentato qualche ora presso corsi dalla dubbia affidabilità, ma da corsi ben articolati, professionali e specializzanti, uniti da una consolidata esperienza sul campo. Naturalmente (e fortunatamente) anche a livello mediatico – che si parli di social e programmi televisivi – esistono delle eccezioni, rappresentate da tecnici ed esperti di altissimo profilo, riconosciuti come tali dalla comunità scientifica.
Molti anni fa, la figura dell’esperto di Scienze Forensi, era quella che per lo più si formava all’interno delle Forze dell’Ordine. Lavorare per la Pubblica Amministrazione permetteva di frequentare corsi di aggiornamento, partecipare ad esperienze internazionali, impossibili per chi era fuori da questo sistema.
Recentemente con l’introduzione del nuovo processo penale, si è fatta strada la figura del Consulente Tecnico di Parte (come libero professionista), in contrapposizione al Consulente Tecnico del Pubblico Ministero.
Ma le Scienze Forensi sono un settore poco incline a favorire l’inizio lavorativo di nuova linfa. Inoltre, si tratta di un campo estremamente delicato, dove si ha costantemente a che fare con la vita e la libertà degli individui, i quali possono dipendere direttamente dalle scelte orientanti del consulente tecnico (che sia di parte o del Pubblico Mininstero) e dove lo sbaglio, che sia voluto o meno, può generare spesso delle situazioni irreparabili.
Un’ulteriore difficoltà che si presenta quando si intraprende la strada del consulente tecnico, è lo svantaggio rispetto ai detentori di certe attività giudiziarie, i quali restano le Forze dell’Ordine. Si pensi ad esempio all’accesso immediato per un sopralluogo sulla scena del crimine. Si tratta di una attività impossibile da praticare per un consulente tecnico di parte, il quale viene coinvolto solitamente in un momento successivo, dopo che le attività di indagine hanno portato all’iscrizione sul registro degli indagati dei presunti colpevoli, i quali avranno la necessità di essere difesi da un avvocato, che a sua volta nominerà il consulente tecnico.
Inoltre, il consulente tecnico non sempre può avere a disposizione le attrezzature e i laboratori che sono invece nella dotazione dei reparti investigativi delle Forze dell’Ordine. Essere un esperto nelle Scienze Forensi è quindi un percorso lungo, lento e dispendioso, fatto di sacrifici e dedizione.
In questo periodo stiamo vivendo il momento di passaggio del testimone, come nelle staffette atletiche, ma chi saranno i destinatari? Saranno preparati adeguatamente? Che tipo di esperienza professionale avranno?
Esattamente per questo nasce il progetto associativo “Scienze Forensi 3.0”, dall’esigenza operativa in contesti nazionali e internazionali, di promuovere la cooperazione tra giovani professionisti ed eccellenze, divulgare l’informazione scientifica attraverso corsi di formazione, convegni, pubblicazioni, videoconferenze e dirette social. Uno degli obiettivi fondanti dell’associazione, è il forte impegno a voler orientare al meglio i giovani che si vogliono formare nel complesso e delicato mondo delle Scienze Forensi e che, un giorno, vorrebbero lavorare come professionisti specializzati e seriamente preparati, in Scienza e Coscienza.
Articolo di Beatrice Farneti
Fonti
www.associazionescienzeforensi.it