“Cosa è l’autopsia virtuale”

La virtopsy (virtopsia), è un termine futuristico che sintetizza le parole “virtuale” e “autopsia”. Si tratta di una tecnica all’avanguardia non invasiva, che sta rapidamente guadagnando importanza nel settore forense e, che applica al campo medico legale, metodi di indagine clinica di imaging come la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, con lo scopo di individuare le cause del decesso.

La virtopsia è una tecnologia multidisciplinare che combina medicina forense e patologia, computer grafica, biomeccanica e fisica, che non vuole soppiantare l’autopsia classica, ma che deve servire per integrare l’indagine forense.

La tecnica in oggetto rappresenta quindi un potenziamento e miglioramento della qualità dell’abituale attività necroscopica medico-legale e, quando eseguita prima dell’indagine forense, può indirizzare e guidare l’esame, consentendo un’autopsia targeted (cioè mirata anche solo ad una parte del corpo specifica) e riducendo il tempo necessario per l’autopsia tradizionale, essendo il medico legale informato preventivamente dei reperti più significativi.

Con la virtopsia si ha inoltre il grande vantaggio di avere una documentazione radiologica completa del corpo, dal vertice ai piedi, in una sola scansione, solitamente non presente nella classica autopsia. Tale documentazione è permanente e valutabile anche in tempi successivi, anche dopo che il corpo è stato tumulato o cremato e quindi è un elemento prezioso. La documentazione che deriva dalla registrazione e archiviazione dell’imaging radiologico è ad elevata risoluzione e fedelmente rappresentativa dello stato del cadavere in una fase antecedente alla inevitabile e permanente manomissione autoptica.

I dati forniti dalla virtopsia sono oggettivi e non dipendono dalla valutazione soggettiva di nessun operatore, a differenza dell’indagine autoptica tradizionale che è soggettiva e non replicabile.

Da ricordare che essa consente inoltre un più rapido e facile flusso di informazioni tra colleghi, consentendo di richiedere seconde opinioni di esperti e di specialisti distanti dalla sede dove viene svolto l’esame autoptico (si parla quindi di teleradio-pathology e tele-forensic). Con la registrazione e l’archiviazione dei dati provenienti dall’autopsia virtuale, possono essere creati database che forniscono un supporto importante per l’insegnamento, la formazione e l’aggiornamento e, attraverso lo studio delle immagini post-mortem si possono acquisire nuove conoscenze, applicabili alla clinica e al paziente vivente.

Nei casi esaminati fino ad oggi, la virtopsia si è rivelata uno strumento utile affrontando un’ampia gamma di quesiti medico legali, dall’identificazione del soggetto, alla ricerca di corpi estranei, per lo studio dei corpi carbonizzati, nelle vittime da arma da fuoco, nella delineazione del pattern lesivo complessivo delle vittime dei grandi traumatismi da incidenti del traffico stradale, incidenti aviatori e da precipitazione, oltre che per la ricostruzione della dinamica del trauma, fornendo quindi un valore aggiunto all’opinione medico-legale.

Il primo passo nell’esecuzione di una virtopsia è quello di preparare il cadavere per l’imaging. Questo viene fatto posizionando dei piccoli dischi lungo l’esterno del corpo, in modo che la scansione della superficie e le scansioni interne possano essere facilmente allineate. Questi dischi contrassegnano i punti che possono essere utilizzati per il rendering delle immagini (una specie di “traduzione” delle varie immagini acquisite) in una singola immagine coerente. Vengono utilizzati dei marcatori sulla superficie del corpo e questo rende i risultati più standardizzati e accurati. I marcatori vengono utilizzati dai processori per calibrare la scansione esterna del cadavere e abbinarli ai processi di imaging interno. Dopo che i marcatori sono stati posizionati dalla macchina, si crea un modello a colori 3D del cadavere. La scansione utilizza telecamere stereoscopiche per catturare l’immagine a colori, e un proiettore viene utilizzato per lanciare un modello di mesh (cioè un modello di computer grafica in 3D) sul corpo.

Queste telecamere hanno una risoluzione di 0,02 mm.

La macchina robotica per la virtopsia si muove sopra il corpo creando un’immagine 3D, in un processo che richiede pochissimi secondi. Dopo la scansione superficiale, il corpo viene sottoposto a tecniche di imaging, allo scopo di ricavare una serie di immagini, ognuna delle quali rappresenta come una sottilissima sezione del cadavere.

Le informazioni provenienti dalle scansioni interne e superficiali vengono quindi elaborate mediante appositi software, ricreando un modello virtuale del corpo.

Corpi estranei, come ad esempio i proiettili esplosi da un’arma da fuoco, possono così essere visualizzati in 3D e i patologi possono guardare su un monitor gli strati virtuali di pelle e muscoli con un semplice click del mouse.

Indubbiamente,la Virtopsia rappresenta una tecnica innovativa, che oltre ad avere un costo minore rispetto ad una normale autopsia, permette di risparmiare ai familiari del defunto, l’idea che il corpo del proprio caro venga “aperto” ed ispezionato nei minimi dettagli su un tavolo settorio.

Articolo di Harmony Dolciami

Fonti

Foto copertina https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rstb.2014.0253

Foto ricostruzione 3D sistema arterioso https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rstb.2014.0253

Foto virtopsia con ferita di arma da taglio http://www.impactlab.net/2009/11/26/virtopsy-virtual-autopsy-without-a-scalpel/

Virtopsy versus digital autopsy: virtual autopsy. Pomara, Finechi, Scalzo, Guglielmi (2009) Pubmed

Virtopsy: free-touch autopsy. Badam, Sownetha, Gandhi Babu, Waghray, Reddy, Garlapati, Clavva (2017) Pubmed


Harmony Dolciami, laureata in Scienze Biotecnologiche Mediche, Veterinarie e Forensi, si occupa di Tossicologia forense presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Biomediche, sezione di Medicina legale, scienze forensi e medicina dello sport dell’Università degli Studi di Perugia.