“Una analisi grafologica ne individua con certezza l’autore”
La cartolina in oggetto, recapitata in via Gradoli 96 in pieno sequestro Moro, ha indubbiamente un alto contenuto simbolico.
Sul fronte della cartolina, è rappresentata la cartografia del touring club di Piacenza, dove qualcuno utilizzando una matita, ha segnato una croce sul paese di Corte Maggiore, famosa località dove il Presidente dell’ENI Enrico Mattei, rinvenne un giacimento petrolifero.
Sul retro della cartolina, è riportato il destinatario e l’indirizzo: “Vincenzo Borghi, via Gladioli 96, Roma”.
Nessun mittente, solo un curioso “Saluti BR”.
A Roma, esiste effettivamente una via (dei) Gladioli, ma si distanzia una trentina di chilometri dal luogo dove effettivamente è stata consegnata la cartolina: via Gradoli 96.
Semplice fraintendimento sull’indirizzo?
Qualche studioso, negli anni ha voluto leggere in quel via Gradoli un sibillino messaggio trasversale, che rimanda immediatamente a Gladio, una struttura segreta e paramilitare dello Stay Behind, attivata nel dopoguerra italiano con lo scopo di contrastare una possibile invasione sovietica e, svelata pubblicamente agli italiani nel 1990 dal presidente del consiglio Giulio Andreotti.
Anche il destinatario è particolare: in via Gradoli 96 viveva effettivamente un Borghi, ma non si chiamava Vincenzo, bensì Mario, Ing. Mario Borghi (nome di copertura del brigatista Mario Moretti).
Se poi ci mettiamo il “Saluti BR”, il quadro è completo. La cartolina stava portando un messaggio ben preciso.
È possibile identificare l’autore della cartolina attraverso lo studio della scrittura? Per rispondere a questa domanda, abbiamo richiesto l’ausilio tecnico della nostra collaboratrice Dott.ssa Paola Gnasso, grafologa forense.
Vi lasciamo alla sua analisi grafologica.
“Ci si è spesso chiesti chi fosse l’autore della cartolina spedita a Roma in via Gradoli 96, durante il sequestro dell’On. Aldo Moro; se effettivamente fosse riconducibile ad un brigatista, oppure ad un soggetto estraneo a tale movimento e, percorrendo quest’ultima ipotesi, sulla base di vari indizi extra grafici, ci si è chiesti se fosse riconducibile alla mano del giornalista Mino Pecorelli, direttore responsabile del settimanale “O.P. Osservatore Politico”, ucciso da ignoti la sera del 20 marzo 1979, in via Orazio a Roma.
Al di là della tristissima vicenda storica, le cui valutazioni lascio ad altri, voglio soffermarmi sulla grafia del mittente della cartolina per verificare se l’ipotesi, spesso paventata, che si tratti del giornalista Mino Pecorelli, sia percorribile e se, dal punto di vista grafologico, trovi riscontri oggettivi basati su dati scientifici. Pertanto, analizziamo le particolarità altamente caratterizzanti presenti nella grafia in esame e vediamo se sono presenti o meno nella grafia autografa del giornalista.
Di seguito la grafia della cartolina variamente ingrandita al fine di rendere agevole quanto di seguito verrà esposto.
La grafia è di piccole dimensioni e scorre verso destra con movimento continuo che, per non interrompere il filo grafico, crea asolature e contorsioni. Un elemento particolarmente caratterizzante è presente nell’asta ripassata di sinistra della lettera V maiuscola, segnalata dal cerchio rosso, che ritroviamo anche nella grafia di Pecorelli. Le prime due immagini di sinistra si riferiscono alla cartolina, mentre la terza e la quarta immagine sono tratte dagli appunti del giornalista.
Analizziamo ancora il gruppo di lettere “GHI” della parola “Borghi” e notiamo il medesimo movimento. L’immagine di sinistra è tratta dalla cartolina in esame, mentre quella di destra dagli appunti autografi.
Notiamo, ancora, la peculiarità circa la modalità con cui viene vergato l’ovale della lettera G, nonché la curva dell’allungo: sembra un punto interrogativo rovesciato.
Proseguendo nel confronto, emergono ancora molte caratteristiche che accomunano le due grafie, di seguito solo alcuni esempi.
Il confronto non può e non deve essere basato sulla mera morfologia, ma deve prendere in considerazione l’ideazione mentale e il successivo movimento posto in essere per vergare non solo la singola lettera, ma i collegamenti tra una lettera e l’altra. Pertanto, quelle che possono sembrare differenze, rientrano nella variabilità personale: asta ripassata della R, arrotolamento della O posto in essere per non interrompere il filo grafico.
Anche in questa immagine, notiamo tanti particolari, segnalati dalle linee colorate, rintracciati sia nella grafia del mittente della cartolina, sia negli appunti del giornalista.
Anche i numeri evidenziano la stessa essenzialità nella forma e sono privi di abbellimenti.
Tali particolarità possono appartenere ad una sola mano scrivente, quindi, sì, la grafia della cartolina inviata a tale Vincenzo Borghi in via Gradoli è riconducibile alla mano del giornalista Mino Pecorelli”.
Con l’analisi della Dott.ssa Gnasso, andiamo di fatto a confermare l’attribuzione della grafia di Pecorelli sulla cartolina di via Gradoli, come già per altro dimostrato dall’ottimo ed interessante lavoro di analisi grafologica, svolto dalla Dott.ssa Sara Cordella e riportato nel suo libro “Foto-Grafie del 1978”.
Articolo di Paola Gnasso e Paolo Mugnai
Fonti
Foto cartolina: www.fasaleaks.it
Paola Gnasso è docente di Grafologa Forense presso corsi e master universitari. Riveste il ruolo di CTU e CTP.